Una gita fra amiche per diventare parigine di adozione
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Una gita fra amiche per diventare parigine di adozione

Come diventare una parigina perfetta? I consigli e gli indirizzi segreti che ci svelano Martine e Paolo, fondatori del blog Voglia di Francia, illustrati dai disegni di Mariangela Zabatino.

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  1. ˜El~Prinçipe˜
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    Una gita fra amiche per diventare parigine di adozione
    Come diventare una parigina perfetta? I consigli e gli indirizzi segreti che ci svelano Martine e Paolo, fondatori del blog Voglia di Francia, illustrati dai disegni di Mariangela Zabatino.



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    È vero, Parigi la prima volta equivale spesso a luoghi celeberrimi e i consigli per visitarli si sprecano. Salire in cima alla Torre Eiffel con l’ascensore e scendere a piedi (o viceversa, perché no). Imbarcarsi per una crociera simil-romantica a lume di candele in bateau mouche lungo la Senna. Strizzare l’occhio alla Gioconda con fare complice perché “noi si è fatto il Rinascimento” per poi rincorrere gli innumerevoli altri tesori del Louvre. Cogliere il genius loci di Notre Dame de Paris e ripensare al gobbo di Victor Hugo. Scalare Montmartre con la funicolare pur sapendo che è un po’ una trappola per turisti. Salire a bordo di un open bus, che i francesi chiamano bus à impériale (…volete mettere quanto suona più chic?!) e fare il giro della città seduti al piano superiore, scattando fotografie a manetta con fare da giapponese. Gironzolare con fare disinvolto nel Quartier Latin, come se foste di casa alla Sorbonne.

    Curiosare con fare da intenditori la domenica mattina fra le bancarelle del mercato delle pulci di Saint Ouen e illudersi di aver fatto un buon affare. Raccogliersi davanti alle tombe di Oscar Wilde e Jim Morrison nel cimitero di Père Lachaise. E ancora: fare shopping lungo gli Champs-Élysées, passeggiare col naso all’insù alla Défense, assistere a uno spettacolino al Moulin Rouge e subire un attacco di sindrome di Stendhal davanti alle opere del Musée d’Orsay.

    Ma Parigi è infinita e infinitamente godibile, meta ideale per un lungo weekend tra amiche, per rafforzare un gruppo di colleghe impegnate in un progetto comune oppure per festeggiare un compleanno, la fine degli studi, una laurea, un addio al nubilato o per consolarsi della rottura, sempre più frequente, di una relazione. Quattro amiche dirette nella Ville Lumière, per conquistarsi la patente di “parigine di adozione” e godersi leggerezza e ironia a gogo. Ma cominciamo dall’inizio. La formazione del gruppo. Solitamente a concepirlo sono due amiche del cuore, ma in quattro (… o in sei) è più divertente, specie se nel gruppo c’è una Littizzetto o Claudio Bisio versione donna. L’importante è stabilire “lo spirito” del viaggio: improvvisazione, spirito di adattamento e tanta curiosità.

    Se decidete di andare a Parigi in aereo, avrete solo l’imbarazzo della scelta fra tariffe strabilianti, con costo molto inferiore a quello della tratta Roma-Milano, soprattutto se prenotate con un certo anticipo. Per chi non ama volare c’è anche il TGV che da Milano e Torino vi porta a Parigi con tariffe che partono da 25 euro. Tra l’altro, il viaggio in treno aiuta molto la convivialità perché regala il “tempo”, circa 7 ore, utilissime per programmare la gita nei dettagli.

    Per l’alloggio la situazione è un po’ diversa e c’è poco da scherzare: Parigi costa, ma la location ha il suo peso nella riuscita di una gita di questo tipo, perché crea lo scenario di base dove si torna e ci si raccoglie per enfatizzare quanto si è fatto di giorno e preparare i “piani di battaglia” per la sera! Quindi è sicuramente perfetto e più economico un appartamento o una casa – ce se sono di fantastiche in siti come Home Away e Homelidays.it – ma se volete andare sull’insolito, puntate alla péniche: sì una vera chiatta ancorata in qualche angolo della Senna. Se invece puntate all’albergo leggetevi la guida ai design hotel di Paolo Galliani: sono uno più bello dell’altro. Ce n’è uno in particolare che è uno spasso: è l’Hotel Secret de Paris, dove, prenotando l’opzione Chambre Découverte, potrete cambiare camera ogni notte dormendo a turno nelle camere Torre Eiffel, Moulin Rouge, Musée d’Orsay, Trocadéro ecc.!

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    Ma veniamo al punto: per chi ambisce a diventare parigina di adozione, c’è una lista di cose da fare assolutamente.

    1. Almeno una mattina, all’alba, fare jogging lungo il Parcours de Raton del Jardin des Tuileries, prevedendo una breve sosta presso lo specchio d’acqua per varare un piccolo veliero di carta: tutte le parigine lo hanno fatto da bambine.

    2. Anche se avete già fatto la prima colazione al ritorno della vostra corsetta, per comportarvi da vere parigine dovete assolutamente fare una pausa caffè in un bistrot, meglio con un fragrante croissant. Per tirarvela un po’, è d’obbligo andarci munite di un quotidiano – Le Monde, Le Parisien, Le Figaro o Libération –e, tra un articolo e l’altro, consultare le mail in arrivo sul vostro Blackberry o iPhone, digitando sempre la stessa risposta – “Vi risponderò al mio rientro da Parigi!” –, sperando che abbia un effetto di promozione della vostra immagine… Potete scegliere tra la terrazza del très design e molto french attitude Café Marly, mescolandovi agli stilisti, alle fotomodelle e ai giornalisti che lo frequentano, e godendovi la vista ravvicinata sulla Piramide del Louvre. Se il vostro obiettivo è vedere più che essere viste, scegliete il Café Germain, dove campeggia una statua femminile giallo canarino gigante di Xavier Veilhan: se scegliete il pianoterra ne osserverete le gambe; per vedere che faccia abbia, dovrete salire di un piano. Se il vostro mood è più esistenzialista, consumate un petit-déj. plateau sedute sulle panchine rossicce della Coupole.


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    3. Lo shopping: è INCONTOURNABLE come dicono le parigine, ovvero imperdibile. Qui le possibilità sono davvero infinite: l’intimo, le borse, l’alta moda, i profumi e i cappelli su misura e non. Qualche suggerimento simpatico ce lo dà una serie di articoli all’uopo. In fondo, basta avere in tasca una carta di credito bella carica oppure scegliere tra gli “affari” e le “promozioni”, sempre più numerose, visto la crisi. Comunque per fare acquisti “da parigine” non possono mancare il mercato bio di Boulevard Raspail della domenica mattina, Mariage Frères dove scegliere il vostro tè preferito tra i 500 proposti, Crocodisc dove scovare un vinile vintage tipo Juliette Gréco o Georges Brassens, Colette dove procurarsi per pochi euro oggetti perlopiù superflui. Irrinunciabile anche il passeggio lungo Rue Saint-Honoré (possibilmente senza tirare fuori il danaro per evitare di dover contrarre un mutuo al ritorno del viaggio). Infine, e sembra essere l’ultima tendenza in materia di shopping, dovete partecipare a una vente privée, rigorosamente segnalata e “pubblicizzata” su Facebook.

    4. Fra una tappa shopping e l’altra, le parigine si regalano piccoli piaceri dolci e salati, come un gelato da Bertillon, un Paris-Brest (una vera libidine) alla Pâtisserie des Rêves, un macaron al caramello di burro salato di Ladurée, un Œuf mayo (che sta per uova sodo con maionese e contorno) a meno di 1 euro da Voltaire (così chiamato perché il locale occupa la casa dove morì il filosofo), un club sandwich all’Harry’s Bar per giocare alle newyorchesi, la saporita specialità dell’As du Fallafel e infine un caffè-sbobba (ma ottimo nel suo genere) dal mitico Café de Flore.

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    5. Molto parigino è anche organizzarsi un picnic sur le Pont des Arts – o in tanti altri posti segreti svelati in una serie di articoli – prenotando un assortimento degli straordinari formaggi della cheese refiner Marie-Anne Cantin, comprando la “meglio baguette” 2012 dalla Boulangerie Mauvieux e quant’altro serve alla Grande Épicerie du Bon Marché. Quindi favorire la digestione bevendo un tè alla menta alla Mosquée de Paris, che peraltro vanta uno degli hammam più belli della capitale nonché il meno costoso.

    6. Per sentirsi totalmente parisienne, durante il vostro soggiorno dovette assistere a una commedia musicale al Théatre du Châtelet o, se è la nostalgia dell’infanzia il trend del vostro umore, presso il Guignol (rond-point des Champs-Élysées), il più vecchio teatro di marionette della capitale francese. Se i gusti vi portano verso il grande schermo formato essai date un’occhiata alla programmazione del Cinéma Champollion o a quella del Grand Rex. Consultate anche la stampa o il web per poter presenziare qualche vernissage nelle gallerie d’arte, tipo Kamel Mennour. Per chi ama i libri, va bene anche bighellonare fra i reparti delle librerie Écume des Pages o La Hune.

    7. Sparpagliatevi (anche a breve distanza), quindi datevi appuntamento sugli scalini dell’Opéra Garnier, sul sagrato di Notre-Dame o presso la fontana di Place Saint-Michel e da lì scegliete il luogo giusto per l’apéro. Lo volete sorprendente e caro: fatevi preparare un cocktail dal colore dei vostri occhi al bar Hemingway del Ritz. Lo volete pop? Allora andate a prenderlo sul canale Saint-Martin, consumandolo fra due partite a bocce. Lo volete romantico? Andate al Bourbon, dietro l’Assemblée nationale. Lo volete italiano? Vi resta da raggiungere il piemontese Miroglio Caffè, dove in realtà vi troverete davanti un “apericena” a soli 15 euro!

    8. L’ora di cena si avvicina. Se il vostro budget ve lo consente, scegliete un posto da favola come l’Astrance (XVI arr.), un tre stelle Michelin dove il menù serale costa 190 euro: d’altronde, essere annoverati fra i 50 ristoranti migliori del mondo avrà un suo costo. Oppure da Apicius, una stella in meno anche se che ne vale tre, per il contesto, assolutamente strepitoso, e per la cucina, classica nella sostanza e contemporanea nella presentazione. Più democratico, con il suo menù degustazione a 98 euro, è Le Train Bleu, storico ristorante costruito per l’Esposizione universale del 1900, con tutto il suo carico di stucchi, boiseries e dipinti, nonché una cucina tipica da brasserie. Oppure scegliete tra i numerosi ristoranti consigliati sempre da Galliani, da quelli low-cost a quelli world food, da quelli frequentati dai politici a quelli con la cucina italiana. In realtà con tutto quello che vi siete già mangiato e bevuto durante il giorno, non è sbagliato optare semplicemente per una eccellente, e diuretica, soupe à l’oignon al Pied de Cochon, nel cuore di Les Halles.

    9. Durante la cena potrete discutere di come trascorrere il resto della notte. Tentare di farsi invitare nei saloni di Maxim’s per una serata Belle époque oppure di imbucarsi (ma è dura) nell’esclusivissimo quanto chiacchierato Chez Castel (molti uomini ricchi e anziani e tante ragazze giovani in cerca di… amore!). Mah… Fate voi (de gustibus!) Parigi offre meglio, soprattutto se si parla di divertimento by night. Come partecipare a una serata al Batofar, un cargo-ristorante-sala da concerto, ormeggiato lungo la Senna. Oppure la passeggiata in roller del venerdì sera, con partenza ai piedi della Tour Montparnasse: 30 km dalle 21.30 all’1 di notte insieme a tanti sconosciuti, scatenati. Più da buoniste, e anche un po’ naif, dopo aver fatto un salto al Café des deux Moulins, a Montmartre, sulle orme di Amélie Poulain, attendere l’alba sugli scalini del Sacré-Cœur!

    Fish-pedicure



    10. Se seguirete anche solo in parte i nostri consigli, sarete distrutte e la parte più dolente del vostro corpo saranno i piedi.Non resta che una possibilità: prenotarvi un massaggio cinese telefonando a Liu Massage. L’incaricato sbarca al vostro domicilio, anche se provvisorio, e con poche mosse trasforma il luogo in sala benessere. Inizia il trattamento: pediluvio in acqua di rosa e nel mentre massaggio al cuoio capelluto, alla schiena, alle braccia. Poi tocca al “secondo cuore del vostro corpo”: Liu, o chi per lei, “impasta” un piede dopo l’altro, li friziona, li coccola, ed è tutto il corpo che ne approfitta. Dura un’ora, costa 40 euro e quando finisce, avrete una sola certezza: la felicità sta di casa nei piedi! E lo sanno bene quelli che hanno avuto la fortuna di frequentare un centro di fish terapy in Cina, in Giappone o in Malesia. E qui, ragazze, attente: il momento è solenne. Questo originalissimo trattamento orientale ora è disponibile anche a Parigi, presso il Rufa Fish Spa. Entrate, vi sedete (buttate quella sigaretta che vi avvelena!) e davanti a voi sorge una piccola vasca-acquario dove sarete invitate a tuffare i piedi. Dopo meno tempo che ci vuole per dirlo, una schiera di pesciolini si precipitano sui vostri piedi, mangiucchiando tutto il possibile. Ebbene sì, la specie Garra rufa, grande quanto un pesciolino rosso ma molto più specializzato, non aspetta altro che di nutrirsi delle pellicine morti che, inconsapevoli, portavate a spasso. Il tutto per la modica somma di 35 euro (20 minuti).

    Ragazze, bon voyage!

     
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