E in Francia Hollande abbassa l'età pensionabile (ma non dicevano che…)

La Francia abbasserà l'età pensionabile a 60 anni, una scelta opposta a quella del Governo Monti. Un altro mondo è possibile, dunque?

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  1. ˜El~Prinçipe˜
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    E in Francia Hollande abbassa l'età pensionabile (ma non dicevano che…)
    La Francia abbasserà l'età pensionabile a 60 anni, una scelta opposta a quella del Governo Monti. Un altro mondo è possibile, dunque?



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    Alzare l'età pensionabile e passare dalla protezione del lavoro alla protezione della persona. Se questi sembrano essere i due concetti cardine della politica in tema di welfare dei governi europei, in parziale controtendenza prova ad andare la Francia del neo Presidente Francois Hollande. Infatti il ministro per gli affari sociali, la socialista Marisol Touraine, ha proposto in consiglio dei ministri una modifica alla riforma pensionistica del governo Fillon (sotto la Presidenza di Nicholas Sarkozy) che sostanzialmente porterebbe l'eta minima pensionabile a 60 anni. Si tratta in realtà di una misura contenuta nel programma elettorale di Hollande e che si applica solo ai lavoratori che hanno cominciato a lavorare giovanissimi e hanno accumulato 41 anni di contributi. A finanziarla provvederà un minimo aumento medio dei contributi pensionistici (si stima intorno allo 0,2%), secondo un modello di “previsione di crescita” dell'impatto occupazionale e di “equità sostanziale” per tanti lavoratori “che hanno contribuito per anni al benessere della Francia”.

    Una decisione che rappresenta in ogni caso un fattore di discontinuità, in un momento in cui la quasi totalità dei governi mette in campo misure volte a favorire l'aumento dell'età pensionabile. La stessa Italia con la riforma approntata pochi mesi fa dal Governo Monti ha in pratica “aumentato l’età di pensionamento media nei prossimi decenni attraverso un irrigidimento delle condizioni di accesso per età/anzianità contributiva e tramite l’introduzione di vincoli sull’importo necessario affinché il diritto al pensionamento possa essere esercitato“, come ricordano Mazzaferro e Morciano su lavoce.info. Un provvedimento che, malgrado le critiche delle parti sociali, era stato giudicato positivamente in sede europea poiché “riportava l'Italia nel novero delle nazioni virtuose”. Il “segnale” francese arriva peraltro in un momento particolarmente delicato per l'intera Eurozona, con l'aumento della pressione sulla Spagna, le note tribolazioni della Grecia e gli indici di disoccupazione che restano a livelli estremamente preoccupanti.
     
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0 replies since 7/6/2012, 14:17   45 views
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